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Yoga

Pratyahra

antro yogico teoria pratyāhāra

Pratyāhāra

“Colui che ritrae i suoi sensi dai loro oggetti esterni, come fa una tartaruga che ritrae le sue membra nel guscio, è ben stabilito nella saggezza.”
Bhagavadgītā (2-58)

Cos’è

In sanscrito prati significa “contrario” o “via da”, mentre hara deriva dalla radice hri che significa “tirare”. Pratyahara perciò può essere tradotto come “tirare via da” e si riferisce all’idea di tirare i sensi via dai loro oggetti del desiderio, ritirandoli verso l’interno e sviluppando un forte senso di interiorizzazione.

Spesso molti saggi induisti descrivevano i sensi come “farfalle ubriache del nettare dei fiori”, che svolazzano da una parte all’altra, compiacendo il loro desiderio di dolce gioia e intossicandosi nella ricerca del piacere. È indubbio che l’appagamento dei sensi porti un indiscutibile piacere (a ciascuno di noi piace assaggiare cibi gustosi, ammirare stupendi paesaggi, ascoltare musica) ed in questo non vi è ovviamente nulla di sbagliato. Alle volte però l’appagamento dei sensi diventa l’unico obiettivo della vita e questo rende inevitabilmente schiavi del desiderio di voler provare sempre più piacere.

Pratyahara consiste nella rivoluzione dei sensi, cioè nella radicale trasformazione della direzione verso cui si sensi sono rivolti: da un flusso esterno ad uno più interiore. La vista, l’udito, l’olfatto, il tatto durante la pratica di Pratyahara non vengono quindi più rivolti verso il mondo esteriore, verso la manifestazione, ma vengono rivolti verso l’interno, verso quel vasto mondo che è dentro di noi. Vediamo, annusiamo, tocchiamo, udiamo dentro di noi.

Attraverso questa pratica si acquisisce una maggior consapevolezza dei propri desideri, delle proprie paure e dei pensieri più profondi portando pace, armonia e controllo. L’energia utilizzata dai sensi per la ricerca del piacere è così ridiretta e utilizzata per calmare la mente.

Attraverso la pratica di pratyahara quindi sarà possibile diventare più stabili sia fisicamente che mentalmente ed emotivamente visto che non si è più trascinati in direzioni opposte e distratti dai sensi e dai desideri ad essi collegati.

“lo yogi sa che la soddisfazione dei sensi è solo momentanea, egli mira alla soddisfazione senza fine dell’anima in unione con Dio”.
B.K.S. Iyengar

Il pratyahara offre molti metodi per preparare la mente alla meditazione ed è uno strumento meraviglioso per prendere il controllo delle nostre vite e aprirci al nostro essere interiore. Non c’è da meravigliarsi che un grande yogi come Swami Sivananda l’abbia definita “la più importante parte del yoga”.

“il controllo e direzionamento del Prana per la sua espansione e liberazione.”